sabato 11 aprile 2009

L’AQUILA,11/04/09, ORE 7.00,STRADE DESERTE,SILENZIO TOMBALE.IERI IN ABRUZZO L’ULTIMO SALUTO AI MORTI DEL TERREMOTO:290 LE VITTIME. PARTE L’INCHIESTA.


Questo articolo lo dedichiamo per ricordare alcuni momenti che abbiamo vissuto direttamente durante il giorno in cui si sono svolti i Funerali di stato,in un’atmosfera di grande commozione,ma anche di grande rabbia,per il ripetersi del non rispetto di tante regole,ma soprattutto,leggi che “APPLICATE”,avrebbero evitato anche se solo in parte l’entità della catastrofe.-Lacrime d’Italia - la promessa di Berlusconi:”Non vi lasceremo soli” “Le mie case per gli sfollati”. Tra i ricordi che parlano;non è vero che le parole le porta via il vento. Anche qui,adesso,fra i grani di polvere,sepolto dalle macerie,riescono ancora a parlare,a darci un battito per sempre,un ricordo da inseguire,una luce da vivere. L’Italia si ferma per seppellire le sue vittime. Tutti ammutoliti davanti a 4 file di bare.290 vittime:l’ultimo corpo recuperato ieri è quello di un ragazzo travolto dalle macerie mentre si trovava nella casa dello studente,che stando ai primi pareri di tecnici,di esperti di edilizia è risultato uno stabile costruito con materiale più scadente esistente in commercio ed inoltre materiale non adatto a quel tipo di costruzione. In effetti,un opera costruita nel segno della disonestà.Queste sono le parole che raccogliamo in giro fra le persone che forse sono state meno colpite nella perdita di parenti stretti,ma che comunque si sono visti sfumare tutto il loro bene cioè una casa.5000 partecipanti,la folla presente ieri alle esegue solenni,ogni previsione. Sul posto operano oltre 100 psicologi. Gli specialisti hanno fornito assistenza ai parenti presenti. Ci hanno colpito alcune scene a dir poco strazianti a tal punto di dover interrompere a scrivere e riprendere dopo aver superato il momento commozionale,critico appartenente a qualsiasi essere umano corretto ed onesto. Si perché le persone disoneste e scorrette che arrecano danni ai suoi simili,ebbene le loro lacrime non possono essere comparate a quelle che sono state versate in questa terra di onesti e semplici cittadini italiani. Ma torniamo alle scene strazianti: due giovani donne,completamente vestite di nero,una inginocchiata e l’altra in piedi pregano tra le 205 bare allineate nel cortile della caserma della Guardia di Finanza di Coppito. Una madre in lacrime con un neonato,in braccio inginocchiato sulla bara del figlio morto. Fiori,carezze,e anche un piccolo giocattolo,per l’estremo addio ai proprio cari nelle bare. Questi sono i morti che appartengono a tutti. Non ci sono distinzioni nei volti:il dolore dei familiari è quello di soldati e poliziotti. I parenti dei defunti si calano in una calma irreale,nessuno si irrita,nessuno fà il prepotente nonostante il caos. Tutti sembrano somigliarsi un po’,sono i segni di una vera comunità. Occorrerebbero delle settimane intere per riportare l’impressione,le sensazioni,i comportamenti e sopratutto i commenti di tante persone che hanno, in 20 secondi,perso tanto,ma che ieri per loro era la giornata dedicata ai loro gioielli:figli,fratelli,padre,madre,mariti,fidanzati,mogli ecc. Le lacrime verranno dopo. Ci ha impressionato una donna che ha perso due giovani figli ed al momento in cui le bare,due alla volta venivano portate fuori dall’aria,che fino ad un minuto prima erano state collegate in fila, lei,impassibile,e con un atteggiamento da madre distrutta collegava il proprio sguardo solo ed esclusivamente su tutte le bare. Una giovane donna l’avvicina per confortarla e la bacia sulle guance,restandole vicinissima immerge il suo sguardo in quello quasi irraggiungibile della donna. Purtroppo anche il dolore ha i suoi tempo e quelle delle lacrime non è ancora venuto, non ci sono lacrime attorno a queste bare. E per una volta non ci sono distinzioni precise nei volti delle persone. I carabinieri,i pompieri,i volontari della protezione civile,gli alpini,i poliziotti,i ragazzini che infaticabili continuano a distribuire bottigliette d’acqua fresca,sono tutti coinvolti,hanno tutti l’espressione che ad un funerale sono riservate ai parenti stretti. I morti,giovani,giovanissimi e vecchi,sono morti di tutti. Molti camminano tra le 4 lunghe file di bare e ne toccano ogni tanto una,migliaia di persone si sfiorano in un silenzio assoluto,il grande tappeto rosso che copre gran parte del cortile,attutisce il rumore dei passi. Di seguito autorizzati dalla protezione civile, riportiamo un elenco dei nominativi di tutti i defunti,che nei prossimi giorni purtroppo potrebbero aggiungersi altri nomi.BERNARDINO MANZO

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