lunedì 20 aprile 2009

L'AQUILA 20/04/09,SONO TANTE LE STORIE CHE RACCONTEREMO IN QUESTA SETTIMANA,MA LA PRIMA E' QUELLA DI FRANCESCO 11 ANNI .QUESTO IL DRAMMA DI FRANCESCO:



(L'AQUILA) Il caso di FRANCESCO A 11 anni e dopo l'incubo gli assistenti sociali lo vorrebbero portare via «Voglio stare con zia», il dramma di Francesco Il terremoto è stato una tra¬gedia per molti abruzzesi, che hanno perso i loro cari. Un dramma per altri, che hanno perso la casa. Francesco, undici anni, aveva già dovuto dire addio alla madre, morta d'infarto quando lui di anni ne aveva appena tre, e ai nonni, scomparsi anche loro dopo una malattia. Ma Francesco (un nome di fantasia)' con il padre a Roma non ci voleva ;;tare e così è andato a vivere con la zia Annamaria a Villa Sant'Angelo, uno dei piccoli centri dell'Aquilano devastati dal sisma, che ha costretto i due a trasferirsi nella vicina tendopoli. Ieri nel campo sono arrivati, anzi tornati. gli assistenti sociali accompagnati dai carabinieri: volevano portarlo via per affidarlo a un istituto, una «camera di compensazione» in attesa che si trasferisse con il genitore. Il bambino, però, già scosso dai lutti e terrorizzato dalla terra che continua a tremare, è stato colto da una crisi di nervi. Voglio restare con mia zia», ha urla¬to. Poi si è chiuso nella mac¬china della donna, rifiutan¬dosi di aprire le portiere. Gli ospiti della tendopoli si so¬no stretti tutti intorno al bambino e hanno chiesto tempo. Solo dopo qualche ora, gli assistenti sociali han¬no ceduto, accettando di «soprassedere» per qualche giorno all'esecuzione del provvedimento del giudice che, quando lo ha firmato, sicuramente non immagina¬va in che momento sarebbe stato notificato. «Quella di mio cugino è una storia davvero triste ¬spiega Pietro - al termine di una lunga battaglia legale seguita alla morte della ma¬dre, il bambino era stato af¬fidato ai nonni, che però so¬no morti uno dopo l'altro, io credo pure perché logora¬ti dalla causa con il genero. lo non discuto la decisione del magistrato, ma ci sono modi e tempi. E questi non sono opportuni per causar¬gli un nuovo trauma -con¬clude Pietro - Il ragazzino è sotto shock, non vuole ab¬bandonare la zia, a cui è molto affezionato. E non sa¬rebbe giusto costringerlo. non ora, almeno». Un desiderio, quello di Francesco, che per il mo¬mento è stato esaudito. An¬che se il provvedimento giu¬diziario non potrà essere ri¬mandato in eterno. BERNARDINO MANZO

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